Cagliari 26/03/2022
Non ho mai ritenuto giusto che nella mia amata terra, la Sardegna, venisse imposto sempre il ricatto del lavoro in cambio della devastazione dell’ambiente e della salute dei cittadini sardi. Soprattutto quando ogni volta vi era immancabile l’allegro benestare dei politici sardi ‘compiacenti.
Per questo motivo, quando la fabbrica di esplosivi e ordigni bellici RWM-Italia spa fece gli ampliamenti dello stabilimento, con la mancanza della Valutazione di Impatto Ambientale, con la trasgressione della normativa urbanistica, paesaggistica e ambientale, con il mancato rispetto della convenzione di Aarhus e della Direttiva Seveso, ma autorizzato dalla Regione Sardegna, non potei fare a meno di rispondere alla richiesta di aiuto da parte dei cittadini e delle numerose associazioni della zona.
Andava tutelato il lavoro della Sardegna e i lavoratori con proposte e progetti di riconversione della fabbrica. Allo stesso tempo – aggiunge l’ex europarlamentare – doveva essere tutelato anche l’ambiente e la salute dei cittadini sardi. Fu così che fin da subito, cercai di risolvere il problema portando ai più alti livelli istituzionali del Parlamento europeo a Bruxelles, e dell’ONU a New York la voce del popolo sardo e della mia amata terra, la Sardegna.
“È con grande gioia e soddisfazione – prosegue Moi – dopo tanto lavoro fatto negli anni, che ieri finalmente per la RWM-Italia SpA è stata fatta la richiesta di rinvio a giudizio, con un capo di imputazione contenente almeno 30 violazioni di normativa edilizia e ambientale, oltre all’accusa di falso”.
Oltre all’AD della RWM, Fabio Sgarzi, e i tecnici incaricati dall’azienda di redigere i progetti di ampliamento, in caso di rinvio a giudizio, al processo ci andranno anche i funzionari dello sportello unico per le attività produttive dei Comuni di Iglesias e Domusnovas, che avevano rilasciato le autorizzazioni per espandere l’impianto.
Questi permessi vennero bocciati dal Consiglio di Stato nel novembre 2021. Dall’indagine svolta dagli inquirenti emerge un sistema di violazione continua delle norme a tutela dell’ambiente con la complicità delle amministrazioni, soprattutto relative all’espansione dello stabilimento avvenuta tra il 2017 e il 2019. L’udienza preliminare si svolgerà il 29 giugno prossimo.
E proprio per l’occasione, l’associazione Progresso Sostenibile sarà presente “per tutelare il diritto al lavoro dei sardi, affinché in Sardegna si sviluppi un’economia sostenibile, senza la devastazione del territorio e della salute dei cittadini”.